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Il Progetto BIOSQIN

Il progetto BIOSQIN intende sviluppare, validare e divulgare l’utilizzo, presso le imprese del settore farmaceutico e biomedicale largamente presenti nel tessuto imprenditoriale della Regione Lazio, di un modello 3D di cute umana e di carcinoma squamocellulare (SCC) ottenuti tramite biostampa (3D bioprinting). Questi modelli, altamente rilevanti dal punto di vista fisiologico, saranno finalizzati all’individuazione e caratterizzazione di nuovi farmaci tumore-specifici e alla valutazione della loro efficacia o tossicità.

Il SCC rappresenta il 20% di tutte le neoplasie cutanee ed in Italia si rilevano circa 80.000 nuovi casi all’anno. Queste forme tumorali sono più frequenti in età adulta e avanzata, soprattutto nelle sedi maggiormente esposte ai raggi ultravioletti (UV) quali il viso e il dorso delle mani. Considerata l’età media avanzata della popolazione italiana, la possibilità di disporre di strumenti innovativi per la selezione in vitro di potenziali farmaci in un contesto altamente fisiologico e rappresentativo della situazione in vivo nel paziente è di sicura rilevanza per la definizione di terapie innovative. Non esistono, attualmente, modelli in vitro rappresentativi degli SCC, ed anche i modelli animali disponibili per studi in vivo non riproducono la patogenesi dei carcinomi in maniera comparabile a quanto osservato nei pazienti. Il progetto BIOSQIN rientra a pieno titolo anche nel contesto della medicina di precisione. Con la tecnologia 3D bioprinting, e partendo da cellule della cute isolate dal paziente stesso è, infatti, possibile ricostruire un modello in vitro altamente personale così da rappresentare un alias per il paziente stesso nel quale studiare l’efficacia e la tossicità di farmaci antitumorali. 

Finanziamento erogato: Euro 146.803,27
Data di inizio: 15 aprile 2021
Durata: due anni

Poster

BIOSQIN costituisce, inoltre, una prova di concetto (Proof of Principle) sulla possibilità di utilizzare modelli 3D in vitro per lo screening di sostanze farmacologiche come già avviene in gran parte per la caratterizzazione di sostanze ad uso cosmetico. Negli ultimi anni, in seguito all’emanazione da parte della Comunità Europea di diversi testi legislativi contenenti un forte richiamo all’applicazione del principio delle 3R (Replacement, Reduction, Refinement) (i.e. la Direttiva Europea 2010/63/UE relativa alla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, il regolamento REACH 2006/1907/EC relativo alla sicurezza delle sostanze chimiche e il Regolamento Cosmetico 2009/1223/EU), lo sviluppo e l’impiego di metodi alternativi ai modelli animali è divenuto di primaria importanza. Pertanto, risulta importante potenziare la ricerca di modelli sperimentali meno invasivi e più attenti a stabilire un giusto equilibrio tra le esigenze della conoscenza scientifica e il rispetto della vita animale, utilizzando tecnologie innovative in vitro.